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“Credo in te, anima mia” di Walt Whitman | 02

In questi giorni finalmente riesco a prendere come a tratti il respiro!

Mi spiego meglio…

Tutti quanti noi (almeno la maggior parte) usa i dispositivi come lo smartphone e il PC come strumento per lavorare o per studiare.

E, presi dagli schermi, rischiamo di perderci ciò che ci succede intorno.

Capita così, che nella frenesia dei gesti abituali, le giornate volino e andiamo a letto con la sensazione di non aver fatto nulla. Non aver concluso nulla. Ci sentiamo insoddisfatti e soprattutto sentiamo come se il tempo fosse letteralmente volato via…

A me succede spessissimo ma ultimamente ho trovato un rimedio a tutto ciò.

Volete sapere quale? E allora continuate a leggere questo articolo.

Se siamo schiavi di questa routine molto probabilmente rischiamo sul serio di perderci tanti momenti che potevamo vivere, invece che “sprecare”.

“Ma come si fa?” direte voi, giustamente. Se uno ci lavora con questi strumenti, come fa a non “sprecare”?

Beh, la risoluzione al problema è abbastanza semplice, e forse, per alcuni di voi, semplicistica. Potrebbe darsi, ma con me funziona.

E se siete su questa pagina e state leggendo questo articolo, è molto probabile che funzioni anche per voi.

Bloccate lo schermo del vostro cellulare, chiudete lo schermo del vostro portatile, togliete le cuffie e…

Uscite fuori, prendetevi una boccata d’aria e… Leggete (O ascoltate!) una poesia.

Non vi va? Non avete il vostro libro di poesie preferito nella borsa? Non avete tempo per cercare su internet una poesia?

Non fa niente!

C’è il vostro Pietro che ogni giorno ve ne propone una. E ve la legge nel caso foste dei pigri incalliti!

Quindi rilassatevi, e ascoltate come il grande Walt Whitman ci propone la visione di natura, corpo, carne, anima, pace, Dio.

“Credo in te, anima mia” di Walt Whitman

(dalla raccolta Foglie d’erba, 1855)

Sotto il video troverete il testo.

Credo in te, anima mia,
l’altro che io sono non deve umiliarsi di fronte a te,
e tu non devi umiliarti di fronte a lui.
Ozia con me sull’erba,
libera la tua gola da ogni impedimento,
né parole, né musica o rima voglio,
né consuetudini né discorsi,
neppure i migliori, soltanto la tua calma voce bivalve,
il suo mormorio mi piace.

Penso a come una volta giacemmo,
un trasparente mattino d’estate,
come tu posasti la tua testa
di per traverso sul mio fianco
ti voltasti dolcemente verso di me,
e apristi la camicia sul mio petto,
e tuffasti la tua lingua sino al mio cuore snudato,
e ti stendesti sino a sentire la mia barba,
ti stendesti sino a prendere i miei piedi.

Veloce si alzò in me
e si diffuse intorno a me la pace e la conoscenza
che va oltre ogni argomento terreno,
io conosco che la mano di Dio è la promessa della mia,
e io conosco che lo spirito di Dio
è il fratello del mio,
e che tutti gli uomini mai venuti alla luce
sono miei fratelli e le donne sorelle ed amanti,
e che il fasciame della creazione è amore,
e che infinite sono le foglie rigide o languenti nei campi,
e le formiche brune nelle piccole tane sotto di loro,
e le incrostazioni muschiose del corroso recinto,
pietre ammucchiate, sambuco, verbasco ed elleboro.

Se questo video ti è piaciuto, fammelo sapere nei commenti.

Grazie e un abbraccio,

Pietro.

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