Chi legge il titolo (“Sognato per l’inverno”) della poesia che oggi vi leggerò potrebbe pensare: “ma come, l’inverno, in estate?”. E a ragione.
Ma come è ovvio che sia, c’è un motivo dietro questa scelta.
Non a caso ho deciso di sottoporvi questa poesia proprio in questo periodo.
La poesia, come potrete leggere più sotto, è dedicata “A… Lei” ed è ambientata nella cabina di un treno.
Per ascoltare subito la poesia clicca su questa frase.
Siamo, come si diceva prima, in inverno e i due amanti della narrazione “perdono tempo” a cercare un bacio rapido, agile e curioso come un ragno nelle pieghe di un “amplesso”.
Ma, come dicevo all’inizio: l’inverno! Parliamo dell’inverno. Perché l’inverno?
E perché in questo periodo dell’anno?
Il motivo è semplice e non indugio a scriverne.
Ho sempre pensato – riflessioni di adolescente – che è sempre stato più facile amarsi d’estate. Tutto è più… Caldo!
Anche il corpo umano è maggiormente indirizzato verso la passione e la carne.
D’inverno, invece, quand’anche la natura è ostile all’uomo e ne raffredda le voluttà, amare è più “difficile”.
Anche se, “difficile”, non è termine che rende giustizia alla riflessione.
Direi più precisamente che amare qualcuno dovrebbe risultare più arduo in un momento in cui la natura è di per sé fredda e la società si è organizzata in modo tale da sfruttare il periodo lavorando.
Chi infatti – tralasciando viaggi verso Bahamas, Caraibi etc… – va in vacanza in inverno?
Sicuramente è il periodo dell’anno in cui siamo proiettati più verso noi stessi, i nostri obiettivi e il nostro lavoro che non verso un’altra persona.
Da ciò, il mio pensiero. Ossia che amare d’inverno è molto più difficile e allo stesso tempo, proprio per questo, più vero.
Solo il vero amore può spingerci a avere a cuore qualcuno in un periodo in cui la natura suggerirebbe all’istinto il contrario.
Che ne pensate? Se volete, potremmo parlarne nei commenti.
Intanto, potete sempre mettervi comodi e ascoltare questo gioiello di Rimbaud.
Di seguito trovate il testo della poesia.
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“Sognato per l’inverno” di Arthur Rimbaud
A*** Lei
D’inverno, andremo in un piccolo vagone rosa
Con i cuscini blu.
Staremo bene. Un nido di folli baci riposa
In ogni morbido cantuccio.
Chiuderai gli occhi, per non veder, dal finestrino,
Le ombre della sera ghignare,
Quelle arcigne mostruosità, plebaglia
Di neri demoni e neri lupi.
Poi ti sentirai la guancia graffiata…
Un piccolo bacio, come un ragno impazzito,
Ti correrà sul collo…
E mi dirai “Cerca!” chinando la testa,
– E perderemo tempo a cercare quella bestia
– Che viaggia tanto…
In un vagone, il 7 ottobre 1870
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Se questo video ti è piaciuto, fammelo sapere nei commenti.
Grazie e un abbraccio,
Pietro.
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Da quando l’ho letta
non va più via da me .
Un viaggio stesso
che si fa poesia
essenza stessa
da proteggere
in un placido distacco.